Lo chiamavano Jeeg Robot

0 Flares Filament.io 0 Flares ×


Sabato sera, il 19 marzo, sono andato al cinema a vedere un film che mi avevano consigliato mia sorella e il compagno, ed altre persone che lo avevano visto e gli era piaciuto.Jeeg
Senza farmi accennare nulla mi sono presentato all’Atlantic di via Tuscolana a Roma dopo aver acquistato i biglietti on line, ed al sedermi al mio posto, ho notato un qualcosa di strano: il film è iniziato immediatamente, senza quei 10 o 15 minuti di pubblicità ai quali sono abituato. Certo questo non avrebbe alcun motivo per essere collegato al film, ma il condizionale della frase che hai appena letto ci calza a pennello.
Il film è un qualcosa di strano.
Lo chiamavano Jeeg Robot è un thriller fantascientifico girato a Roma, con attori illustri come Claudio Santamaria e Luca Marinelli, accompagnati da Ilenia Pastorelli che interpreta ottimamente quel ruolo. È importante che chi lo vada a vedere non s’immagini un film leggero, poiché dipinge effettivamente un panorama di borgata, Tor Bella Monaca, ed esibisce scene d’impatto nei litigi che sarebbe meglio chiamare lotte, senza nasconderne il sangue.
Quando alcune settimane fa seppi chi ne era il protagonista, m’indussi a celebrarlo perché Santamaria è un attore che a me piace, vestendo i panni di un personaggio diverso dall’altro perfettamente. Non sbagliai, ma fui sorpreso.
Il film è superiore alle mie pur rosee aspettative, e appare d’essere in presenza d’un opera non solo italiana, ma internazionale, con qualche scena correlata al giapponese, qualcuna americana e la lingua italiana, ma rappresentando in maniera sincera la periferia di Roma.

Tratta di un Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) che fugge da poliziotti per aver rubato un orologio, e nel farlo trova un nascondiglio a pochi passi dal Tevere, che viene però ipotizzato dagli inseguitori, e per riuscire nel suo intento Enzo si tuffa in acqua senza che loro se ne accorgano (secondo me un’esagerazione). Una volta che i due s’allontanano, Enzo cammina sui bidoni che sono sott’acqua, ed uno degli stessi cede, e vi finisce dentro. Esce dall’acqua e mostra il liquido scuro che conteneva quel bidone sparso per tutto il corpo. Torna a casa, un’appartamento orrido nel quale vive, e tossisce parecchio, sputando e vedendo che quel liquido nero lo ha anche in parte inghiottito. Lascia la televisione accesa a fargli compagnia, mentre lui si copre nel letto con tremori.
Ha un’evidente febbre, ma si addormenta.
Al suo risveglio si sente bene, e fa colazione con ciò che mangia praticamente sempre: lo yogurt. Lo accompagna con una sigaretta. Dopodiché esce da quell’appartamento e scende al piano sottostante. Suona alla porta che viene aperta da una ragazza, e si sente per la prima volta la voce del protagonista nel film che gli chiede se c’è Sergio. La ragazza, Alessia di nome (Ilenia Pastorelli), appare particolare, e molto strana, facendo riferimenti fantasiosi a nomi strani.
Enzo non ha amici. Questa cosa la ripete spesso, ed ha una valenza narrativa.
S’avvia nel posto dove si riunisce una batteria guidata da Fabio Cannizzaro, detto lo Zingaro, per vendere l’orologio a Sergio, e lo vede uscire da quel posto, una sorta di canile, dopo che lo Zingaro ha accentuato la sua risorsa esasperata d’ego uccidendo uno del gruppo per aver tentato di frenare la sua auto celebrazione e dissimulare il piano che aveva una atto.

Parolacce e sangue, cosa che si ripete per tutto il film, con Alessia che ha la fissa per il vecchio cartone di Jeeg Robot, e ne vede gli interpreti in ogni dove. Messaggi d’amore per me importanti, con i cambiamenti dovuti allo stesso. Straordinaria l’interpretazione di Luca Marinelli, che appare una specie di Joker ne Il cavaliere oscuro.
Questo film è un’opera cinematografica ai miei occhi di reale eccellenza, ed ipotizzo delle possibili nomination ai prossimi ma lontani Oscar.

Lascia il tuo commento da Facebook

Leave A Response

* Denotes Required Field