Silenzi Messaggeri

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La bilancia del 1994 pende a favore della a cenni prosaica Stefania Meneghella, poiché fu quello l’anno in cui nacque.

Iniziò giovanissima a scrivere, da bimba, espletando la sua passione sotto gli occhi che carezzavano le lettere da lei strutturate in maniera da farle splendere, donandogli raggi di Sole che riflessi dal lettore a tutt’oggi divengono Luna.

In un paio di giorni ho letto Silenzi Messaggeri, lo scritto reperibile in tutte le librerie dal marzo 2016 della suddetta barese.
Ma lo scrivo sottovoce, poiché il silenzio è basilare nelle ricerche della storia narrata in maniera estremamente introspettiva dei due protagonisti Schlomo e Jamie, con lei che non la smetteva di camminare a piedi nudi sulla sabbia bollente.
Donna era, e la forza delle donne voleva mostrare.

Lui cercava se stesso, ascoltando il silenzio che creava non oggettivamente con la sua chitarra.
Lei lo partoriva con gli scritti.

Silenzio.
Pace.

Scholomo suonava…
Jamie scriveva…
E la natura faceva il resto.

Disgraziati eventi capitarono ad entrambi i pacifici silenziosi, e loro crescendo rispondevano con il silenzio a quell’uomo alto e con capelli brizzolati, l’uomo che portava degli enormi baffi che coprivano quasi li labbra.

Il male.
Il loro male.
Il bene.
Il loro bene.

Libertà. Volevano libertà.

L’equilibrio, il nostro equilibrio, aiutato dalla loro musica e scrittura silenziosi.
Loro non si incontrano, e forse non si incontreranno mai.
Loro non si incontrano, ma si scrivono, e si vivono senza quel mai.

Mai dire mai, sempre mai sempre.

Stefania Meneghella recensì su Kosmo Magazine anche un mio scritto, Nacqui tre volte, e fu per quello che conobbi il suo nome, la sua ordinatamente disordinata modalità di scrittura in larga parte dissimile dalla mia, ma che sento come parte della mia e vostra crescita; ed ora il suo nome lo voglio urlare sottovoce attraverso il web, in modo che raggiunga chiunque lo voglia, chiunque lo cerchi.

 

Nell’ampio brivido dell’empatia colonizzata in questo mondo, è importante accrescere l’avanzamento di Ashia, in modo che la conduca ad unirsi alla galassia, all’universo, al tutto che ci unisce energicamente.

Quel che vogliamo, solo con l’impegno ed il collegamento con il tutto, noi lo siamo.

E tutto restò cristallizzato nel tempo.

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