Lo Hobbit

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Guardando indietro ma camminando in avanti si possono fare degli errori dovuti alla suddetta movimentazione, e per rilassarsi ricacciando lo stress, ho voluto chiedere aiuto a Lo Hobbit.

La trilogia di Lo Hobbit è un’epica fantastica americana distribuita dal 2012 con la durata di ogni film intorno ai 150 minuti, oggi reperibile su Netflix, ha per regista Peter Jackson che ha scelto come protagonista Martin Freeman (Bilbo Baggins) spesso accompagnato da Ian McKellen (Gandalf).

Ebbene sì, a tanti anni dalla prima visione de Il Signore Degli Anelli dopo averne letto il libro, proprio ieri ho terminato di vedere il prequel, quindi i tre film de Lo Hobbit, senza però aver mai dato un’occhiata allo scritto.

Con l’inizio che ci fa trovare nella Contea, avevo sentito una vaga vicinanza al preludio di quello del 2001.

Fantastica pulizia delle immagini, dispersione in quei colli verdi e serenità tangibile fino al ritorno serale di Bilbo nella sua ordinata e stupenda villetta. Al ché, dopo il suo impegno nel cucinare, eccolo sedersi al tavolo pieno di squisitezze, e nel momento in cui prepara il suo primo boccone, ecco che bussano alla porta.

Non farà la cena che voleva.

Naturalmente, bisogna che sottolinei gli effetti speciali: buoni, non eccelsi.

Tra i libri, questo che uscì prima è enormemente più breve. Non l’ho mai letto, quindi non posso dire quanto ne sia vagamente simile il film. 

Una cosa che mi è certa, è che rispetto alla trilogia di vent’anni fa ho sentito meno trasporto, meno romanticismo, e atteggiamenti ironici che si presentano solo intorno alla cena di Bilbo.

Non è così Il Signore Degli Anelli.

Ne Lo Hobbit c’è sempre e comunque azione. Solo prima della cena di Bilbo non si combatte o festeggia. 

Sarà buono per le nuove generazioni, poiché tanti dei film che hanno fatto successo sono con queste movimentazioni esasperanti, quindi può essere la mia età che inizia da qualche anno a non ritrovarsi più, ma ricordo che quando uscì la prima trilogia, fece un successo inimmaginabile, partorendo degli adoratori in tutto il mondo.

Forse ho sbagliato il periodo per vederli. 

È sempre guerra, sempre dura, ed in entrambe le trilogie questi combattimenti sono un bene, in certi casi un atto da fare.

Per me la guerra è sempre il male.

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