Wild

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Girovagando tra i film su Amazon Prime, indeciso, ho ricordato che ho dei gusti semplicissimi, tra i quali che mi accontento sempre del meglio, così ho iniziato a vedere Wilde.

Prodotto nel 1997 in Inghilterra sotto la regia di Brian Gilbert, Wilde è un film biografico drammatico di 118 minuti che racconta la vita dell’autore Oscar, nato il 16 ottobre 1856 e defunto il 30 novembre 1900. Lo impersona Stephen Fry affiancato da Jude Law (Bosie), e appare in una piccola parte facendo il suo esordio Orlando Bloom.

Siamo nel 1883, ed Oscar, dopo aver inaugurato una costruzione negli Stati Uniti che porterà il suo nome, torna in Inghilterra e decide di sposare Costance Lloyd, ragazza che ha una famiglia benestante e per la quale nutre sentimenti, anche perché parla poco. Diventano sposi e hanno due figli, ma lui è sempre in viaggio acclamato da tanti per il suo talento letterario. Una sera la moglie invita il canadese Robbie Ross, e conoscendolo Oscar scopre la sua omosessualità. Hanno un rapporto ed il ragazzo diviene suo amante. Una sera Oscar conosce un altro giovane, Gray, ed anche con lui ha un rapporto sessuale. Robbie lo sa, ed è contento per lui.

Dopo un’opera teatrale basata su un suo scritto, sale sul palco tra gli applausi e mostra la sua eloquenza ironica, simpatica. Dopo, durante la festa, gli viene presentato Bosie, un giovane che lui trova di aspetto immensamente bello. Trovano poi il modo di rimanere soli finendo al letto.

Oscar Wilde sente di essere totalmente innamorato di lui. Bosie è un ragazzo che adora il suo prestigio, i suoi soldi ed il suo talento, ma nella sua ricca famiglia ha un padre burbero e potente.

Bosie e Oscar

Oscar Wilde. Apprezzo e onoro la figura di questo personaggio che, legato ed alla ricerca della bellezza in ogni cosa, è riuscito a far divenire la sua persona un’opera d’arte.

Nel film voglio elogiare l’attore Fry che lo interpreta eccellentemente, e questo posso affermarlo solo per ciò che ho sempre letto sui modi di fare di Wilde, poiché non possono esistere video che lo testimoniano. Le uniche probabili inesattezze potrebbero essere la costituzione fisica, lievemente meno grassa dell’attore, e la tonalità di voce che, doppiato in italiano dall’ottimo Claudio Capone, per quel che ho sempre letto era una vocina sottile, simile a quella della madre, mentre nel film lui viene doppiato con modi simili a quelli descritti in quanto a fluenza, carisma e fascino, ma molto più virile. Della sua voce però, se non trovano chissà cosa, non ne sapremo mai niente. Il vedere un ipotetico Oscar Wilde che costituisce quasi tutto ciò che ipotizzavo, mi ha affascinato.

Nel mio solito semi riassunto cito gli atti sessuali che vengono effettuati, ma è importante sottolineare che, oltre ai baci sfuggenti e gli abbracci a petto nudo, non vi sono scene che sarebbero fuori contesto. Si sente spesso parlare della sua inimmaginabile fame senza limiti di giovani ragazzi e dei suoi atti sfrenati e disinibiti, il che è anche possibile, ma a mio modesto avviso bisognerebbe parlare soprattutto del suo legame col sentimento dell’amore.

Nel film propongono bene quel che lui avrebbe fatto per quel sentimento che nasce, cresce e lo porta alla comprensione della vita, che “non può essere scritta, la vita può essere solo vissuta”.
Amava la moglie, i suoi amici, le opere che leggeva. Amava Bosie, che è interpretato da Jude Law, mostrato, per quel che ho letto in De Profundis, lunga lettera che Oscar gli scrisse mentre era in carcere e dalla quale è stato pubblicato un libro postumo, così come è descritto, quindi un grande bambino viziato, fannullone e suscettibile, ma che lo proteggeva agli occhi e alle orecchie degli altri.

Nella lettera che ti ho accennato, Oscar parte con morbido affetto, poi si trasforma in un padre che vuole aiutare suo figlio per poi rimproverarlo in maniera che dev’essere efficace.

“L’esperienza è il tipo di insegnate più difficile. Prima ti fa l’esame, poi ti spiega la lezione”.

Nelle mie recensioni do sempre il suggerimento che partorisce la visione o la lettura dell’opera, ed in questo caso non posso far altro che consigliare di vederlo a chi sente che la nelle sue fibre vuole far scorrere, ampliandola, la scossa dell’arte, che è in ognuno di noi e ed è immateriale altresì inspiegabile.

L’arte è una girandola di emozioni invisibile che concentra emozioni di
qualsiasi natura.

È un nettare che si deve cercare, per cibarsene, senza gli occhi che
vedono, ma solo con quelli che sentono, e deglutire nella sordità
ascoltando la musica che crea l’amore.

Ti saluto informandoti che “trovo che l’alcol assunto in dosi adeguate, può produrre tutti gli effetti della ubriachezza”.

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