Robin Williams

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Nano nano, la tua mano… Nano nano, apri piano…
Nano nano, batti il palmo…. Nano nano, ora il fianco!

Mi chiamo Mork 

Robin Williams, fosti uno di quegli attori, interpreti, personalità, che arricchirono ed invogliarono la mia crescita.
Tu lo sai bene, ma voglio ricordati che nascesti a Chicago il 21 luglio del 1951 (Cancro) e te ne andasti, rimanendo ancorato nei voli fantasiosi che ci farai sempre vivere, l’11 agosto del 2014.

Recitasti in un lungometraggio di basso livello con un ruolo marginale in Il film più pazzo del mondo come esordio, ma fosti un alieno quando ti presentasti nelle televisioni dapprima americane, poi di tutto il mondo, interpretando Mork, che su un uovo viene da Ork, ed il tuo debutto in questa serie ci fu proprio nell’anno della mia nascita: 1978!

Facendo un ruolo simile, ma non identico, comparisti nello stesso periodo in un’altra serie che alla quale sono molto affezionato in due puntate: Happy Days.

Straordinario comico, fulmineo nelle battute che fanno ridere, interpretasti il protagonista in Popeye nel 1980, e via via comparisti sempre meno nelle serie dando priorità ai lungometraggi.

Will Hunting

Il primo film di successo, con tua candidatura all’Oscar, fu Good Morning, Vietnam (1987), seguito dallo stupendo L’attimo fuggente, La leggenda del re pescatore (1991) e, finalmente, il tuo premio come migliore attore non protagonista fu in Will Hunting (1998).

Non ti infastidire, dei tanti ho nominato solo quelli di maggior successo.

Per me favolosi, e mai termine fu più azzeccato, sono anche Hook (1991), Mrs Doubfire , Jumanji e Al di là dei sogni (wow!).

Al di là dei sogni

Favolosi perché film fantastici che, per un personaggio eclettico com’eri, tu esibisti in maniera spettacolare.

Eri un appassionato di biciclette, e ne avevi quasi un centinaio, quindi ti piaceva girare, viaggiare, volare, e all’inizio degli anni ‘80 facesti uso di cocaina. Ti drogasti, e fosti presente ed in sua compagnia anche quando morì John Beluschi per overdose.

Eri uno straordinario personaggio sugli schermi, ma avevi problemi che ad alcuni fecero pensare tu fossi un bipolare, disturbo che da qualche anno è di tendenza nominare anche a sproposito.

Nei primi anni del 2000 continuasti a proporre interpretazioni, ma subisti un allontanamento da molti dei tuoi fan, forse per le voci che giravano sul tuo conto, o anche per il decadimento dei ruoli  che ricopristi. Sappi che io qualcuno lo vidi, ma non riuscirei a raccontarlo perché le trame erano… boh.

Ti riproponesti facendoci vedere quel personaggio nei quale eri l’eccellenza, anche se in un ruolo marginale, in Notte al museo, al fianco di Ben Stiller.

Proprio girando questo film iniziasti ad avere i problemi di insonnia e attacchi di panico che poi, in seguito alla tua dipartita, attestarono pubblicamente che eri malato di Parkinson.

Quando poco fa di dissi che te ne andasti, fu perché lo decidesti proprio tu di toglierti la vita impiccandoti con una cintura quell’infelice 11 agosto.

Venne dimostrato che non avevi ricominciato a drogarti, o perlomeno così dicono a livello ufficiale.

L’unica cosa che mi è certa è che da quell’alieno umoristico in poi regalasti, regali e regalerai un mondo sempre allegro, riflessivo e sensibile, rimanendo uno degli attori più amati e seguiti al mondo. 

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