Locke & Key

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Che poi apro con la chiave Netflix e noto che tra le serie più viste in assoluto in Italia su questo distributore c’è la prima stagione di quella che non ha maghi ma bacchette che aprono: Locke & Key.

Una serie americana prodotta e al momento distribuita solo da Netflix, ideata da Joe Hill e ripresa dall’omonimo comic book, ed è del genere fantastico semi horror drammatico; tra i tanti,  i personaggi principali sono Darby Stanchfield (Nina Locke), Connor Jessup (Tyler Locke) Emilia Jones (Kinsey Locke), il piccolo Jackson Robert Scoot (Bode Locke) e Laysla De Oliveira (Dodge/Eco).
Distribuito in Italia dal 7 febbraio 2020.

Dopo l’omicidio subito dal gentilissimo e affettuoso padre, la moglie ed i tre figli, Nina, Tyler e Bode, vanno a vivere nella villa di sua proprietà a Matheson. La madre cerca di rallegrare della sua scelta agli svogliati figli, ma non riesce ad incentivarli. Nina e Tyler fanno il loro primo accesso alla loro nova scuola, mentre il più piccolo dell’età di una decina d’anni, all’interno della villa sente delle strane voci, quasi sussurri, che lo portano a scoprire una chiave d’epoca; poi si dirige al pozzo. Lui ne guarda all’interno, ed in fondo ad esso sente una voce femminile che non lo spaventa, ma gli spiega che e gli fa provare la chiave che ha trovato, dal nome Ogni Dove, con la quale inserendola in qualsiasi porta, dall’altra parte esce il posto che desidera.

Bode scopre un’altra chiave, e vede che nello specchio appare una fessura nella quale la immette, e non appena a gira vede il suo riflesso che lo invita ad entrare, ed arriva alle sue spalle la madre. Anche lei vede se stessa che la invita, e la curiosità la spinge a farlo. Una volta all’interno si vede circondata da specchi (Prigione Interiore) che si spezzano e chiede aiuto. Bode corre al pozzo e chiede l’aiuto dell’essere femmina che chiama Eco, e lei gli dice che può aiutarlo solo se le da la chiave Ogni Dove, lui lo fa immediatamente, ma lei sorride, la usa e se ne va. Bode incontra i fratelli, gli racconta l’accaduto e Tyler entra nello specchio legato ad una corda che tiene Nina, cosicché riesce a salvare la madre, che una volta uscita si dimentica completamente l’accaduto.

Il ragazzo che ha ucciso il padre, che è pressappoco coetaneo di Nina e Tyler, è stato arrestato ed in carcere gli viene fatta visita da Eco, che gli dice “Ciao Sam, te l’ho detto che sarei venuta”.

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Bene, ora siamo nel punto in cui, come solitamente accade, ti faccio presente i miei punti di visti sull’opera, ed è meglio che tu sappia che di questa storia già presente su comic book, io non ne sapevo l’esistenza, né del fumetto né del termine comic book, che ci tengo a sottolineare la mia curiosità m’ha svelato fossero giustapposto dei fumetti americani dei primi anni del novecento che non avevano formati classici, ma di qualsiasi dimensione.

Come spesso accade per me nelle serie, a carburare la storia ci ha messo un po’, ma posso dirti che già dalla prima puntata mi aveva aperto diverse domande, e, come immagini, sono queste che ti legano ad una storia oltretutto fantastica.

La prima cosa che m’ha colpito è il ruolo di Bode, ragazzino giovanissimo sul quale all’inizio sembra poggiare tutta la storia, ma poi man mano escono fuori gli importanti ruoli dei fratelli più grandi, nella serie interpretano ragazzi non ancora ventenni, ed Eco/Dodge, questa sorta di bellissima femmina alla quale non sai dare un’età. Chiedo venia, forse non so darla solo io.

In questa serie uno dei fulcri è l’affetto familiare che la fa da padrone, con la madre sempre indaffarata per far stare a loro agio i figli, con il viso sempre mascherato di sorriso per invitarli a stare bene, e loro, con il più piccolo che non ha giustamente pesi delle responsabilità e cerca divertimento e allegria ovunque, a differenza di Nina e Tyler che iniziano ad avere le caratteristiche dell’accenno di maturazione. Nina timida e paurosa, Tyler riflessivo e contorto.

Una cosa che non mi appare estremamente veritiera negli episodi, è come i giovani studenti reagiscano alla visione di cose straordinarie ed inimmaginabili, ma posso supporre che, essendo molto giovani tant’è vero che hanno appena passato l’età adolescenziale o la stanno ancora vivendo, in quegli anni è forse possibile si reagisca in maniera diversa.

La base sulla quale si muove la vita è costituita da chiavi che, aprendo percorsi a nostra scelta, ci danno la possibilità di crescere, ma per farlo bisogna aprire tutte le porte: se non lo vivi, non sai ma com’è.

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