L’Artminuta

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Vagavo per la Mondadori in cerca di quel no so ché quando mi sono imbattuto su questo titolo, e curioso ho preso possesso de L’Artminuta.

La scrittrice è Donatella Di Pietrantonio, una donna abruzzese che ha vinto vari premi letterari, e questo scritto le è stato pubblicato nel 2017 dalla Einaudi vincendo il Campiello e il Napoli.

Siamo nel 1975 in Abruzzo, e la tredicenne viene rimandata a vivere con la sua famiglia naturale dopo che era stata data in adozione a quelli che lei credeva fossero il suo padre e la sua mamma. Stupita, cerca di collegare la sua vita con le nuove, anche se in realtà vecchie, persone più importanti, notando la povertà che la circonda e l’asprezza di quei vecchi e importanti che non vedono bene quest’obbligo impostogli.

I suoi fratelli, Adriana, Vincenzo e Giuseppe, al contrario cercano di aiutarla, e tra loro nasce un legame realmente affettuoso, anche se sommesso oltre che dai genitori, dai coetanei che non la chiamano mai con il suo nome (?), ma sempre L’Arminuta, gergo dialettale abruzzese che significa la ritornata.

Un libro che ha una trama brevemente raccontabile, ma immensamente introspettiva.

Non avevo ancora letto pagine che arricchiscono ogni parola usata di un’emozione così densa, in certi momenti spigolosa e/o rinvigorente.

Donatella Di Pietrantonio

Donatella Di Pietrantonio

Voglio ringraziare l’autrice Donatella che mi ha fatto vivere in una parte solo lievemente conosciuta, per lo più ipotizzata dell’Abruzzo, facendomi entrare nei personaggi raccontati in maniera eccelsa.

Donatella ha una qualità scrittoria diversa dalla mia, facendo pesare o volare le emozioni degli interpreti da lei creati, puntando molto più su queste che nel reparto narrativo e nello sviluppo della trama.

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