La Storia (serie TV)

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L’ascolti e cambia, la vedi e cambia, la racconti e cambia, la inventi e cambia; per comprenderla appieno, la si può sol vivere La Storia.

Serie TV italiana del 2024 drammatico storica reperibile su RaiPlay, tratta dall’omonimo libro di Elsa Morante, di 8 puntate da 55 minuti l’una, con la regia di Francesca Archibugi, ha per protagonista Jasmine Trinca (Ida Ramundo) accompagnata da Valerio Mastrandrea (Remo) ed Elio Germano (Giuseppe Cucchiarelli).

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La trama narra della ragazza Ida che, con l’Italia da poco in guerra nel 1941, viene stuprata da un nazista che vaga ubriaco per Roma. Ida ha il figlio diciassettenne Nino, di convinzioni fasciste ed esaltato da quel che avviene socialmente.

Ida, insegnante single con l’ex marito morto, scopre d’essere incinta per quel violento atto subito, e riesce a tenere la sua gravidanza nascosta a tutti fino a che non partorisce con l’aiuto di una dottoressa.

Ida cerca di nascondere a Nino che Useppe sia suo fratello, ma non ci riesce.

Quando Useppe cresce e diviene un bambino cosciente, in un momento tra i tanti affetti che la madre gli dona, la stessa vede un atteggiamento del figlio particolare, e questo la intimorisce.

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Avendo letto il libro più di venticinque anni fa, non appena ho visto la pubblicità su una serie che interpretava romanzo storico scritto nel 1974, mi sono incuriosito.

Dello scritto ricordo poco, ma alcune cose mi sono rimaste impresse, tra le quali la figura ironica e tenebrosa di un anarchico, l’importanza del cane nel racconto, e i ruoli da protagonista di Ida e a tratti, lunghi tratti, del piccolo Useppe.

Nella serie interpretata magnificamente da Jasmine ed ottimamente da Valerio ed Elio, ho riconosciuto un’idea che serbo da anni: solo alcuni libri possono essere riprodotti cinematograficamente in maniera lievemente sufficiente, negli altri la trama viene in certi punti stravolta.

La Storia fiction è una serie che consiglio fortemente di vedere, ma sorvolando le prime due puntate che sopratutto nei dialoghi ricordano il romanzo, poi viene a mancare il trasporto emozionale che attanaglia il lettore dell’opera.

Useppe nel libro è un bambino circondato da eventi, esperienze che illustrano l’Italia dell’epoca.

Nella serie hanno fatto il possibile e li elogio per la struttura, ma soprattutto nell’ultima puntata, ove il libro esplode di sentimenti, nei filmati non appare neanche l’accensione della miccia.

Ribadisco: se non vuoi leggere il libro, è valida la visione della serie, e per l’interpretazione degli attori, e per la visione del tempo che fu.

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