Che poi cerchi do affidarti alla visione di un film leggero, ma ti ritrovi ad avere conflitti interiori sul chi abbia scritto cosa, ed inventato chi, seppur è semplice, elementare, Emola Holmes.
Emola Holmes è un riadattamento cinematografico della serie scritta da Nancy Springer, tratta dal famosissimo Sherlock Holmes di Conan Doyle, proposto nel 2020 da Netflix, dal genere giallo e avventuroso e dalla durata di 123 minuti, sotto la regia di Harry Bradbeer ha per protagonista Millie Bobby Brown (Enola Holmes) accompagnata dagli attori Sam Claflin (Mycroft Holmes) e Hanry Cavill (Shelock Holmes).
C’è una ragazza che sta pedalando in mezzo ad un campo ricco di verde, e lei ci guarda raccontando la sua vita, partendo dal suo nome: Emola, che i genitori le hanno dato perché letto al contrario in inglese ha un significato, e la madre ci tiene a questi dettagli.
Il padre morì quando lei era piccola, e lo ricorda solo vagamente, mentre ha uno straordinario rapporto con la madre, appassionata di lettura, scienza e sport, e con la quale pratica questi piaceri che divengono anche i suoi.
Il giorno nel quale compie 16 anni, Emola si sveglia e nota che in casa la madre non c’è. La cerca, ma è sparita non si comprende per quale motivo.
Si era già accordata e va a prendere i due fratelli più grandi alla stazione ferroviaria, e nel mentre li aspetta ci comunica che uno dei due ha un intelletto senza pari e riesce a scoprire ogni cosa, ed il suo cognome è già conosciuto in Inghilterra, soprattutto a Londra: è Sherlock Holmes. Al loro arrivo non riescono a riconoscerla poiché sono anni che non la vedono.
Mycroft, il più grande quindi suo tutore, la vede che una ragazza immatura e sconclusionata, e quando arrivano nella immensa villa nella quale Emola è cresciuta, Sherlock comprende che la madre non sia stata rapita da dettagli.
Mycroft decide che Emola dovrà essere cresciuta da una governante di sua conoscenza, dura e determinata, ed i fratelli discutono su questo ed altri fatti. Emola vuole continuare a vivere come lo faceva con la madre, e scoprire dove lei sia.
Fratelli Holmes
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Iniziato a vedere, ho ricercato subito affinità su quel che sapevo del conosciutissimo, perlomeno per nome, Sherlock Holmes.
Questo film che ha per protagonista la giovane sorella, ha una scenografia di buona fattura ed è un giallo che, a discapito del genere, rilassa chiunque voglia vederlo.
È giusto dirti che quei legami con lo Sherlock di Conan, non si vedono, visto che in questo film quelle poche volte che compare non appare asociale, scorbutico e convinto di essere il solo a capire le case, ma ritiene che la sorella (?), nonostante sia giovane e poco razionale, possa svelare i segreti ai quali neanche lui può scoprire. Inoltre non è un tossico, ovvero quel cocainomane che riesce a gestire vagamente questo suo vizio.
Preferisco continuare a scriverti quel che so del personaggio che cancellò il suo creatore, Conan Doyle, lo scrittore che tempo un paio di anni iniziò ad odiarlo, sennonché, dopo un libro al mese scritto semi obbligatoriamente dagli editori, lo fece persino perire. Più aventi però ricomparirà, non più giovane, non più perfettamente funzionale per quel che riguarda il suo operato di indagatore, non più solo materialista.
In questo film valuto buona la prova di Millie, un’attrice realmente sedicenne ma già famosa per il suo ruolo in Stranger Things, che qua segue bene le disposizioni del regista comunicando con lo spettatote sia parlandogli, che mostrando espressioni comprensibilissime.
A mio avviso l’appoggiarsi ad un personaggio immortale come lui, ha tante fattibilità, ma si dovrebbe mantenerne le basi, quindi il suo lato acceso ed il suo lato scuro, cosa che in questo lungometraggio non è stata sapientemente fatta.
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