Blonde

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Come tutti, maschio o femmina che tu sia, provo un’emozione nel solo sentir nominare Marilyn; io amo Blonde.

Film biografico drammatico americano del 2022, durata 167 minuti distribuito da Netflix, tratto dall’omonimo romanzo di Joyce Carol Oates, ha per regista Andrew Dominik che sceglie come protagonista Ana de Armas (Marilyn Monroe/Norma Jeane) affiancata in parti ridotte da Adrien Brody (Arthur Miller) e Bobby Cannavale (Joe DiMaggio).

Siamo nel 1933 e Norma Jeane sta per compiere sette anni, ma la madre Gladys è disturbata mentalmente, e parlandole del padre che la bimba non ha mai visto, alla genitrice viene il raptus di ucciderla annegandola nella vasca dia bagno, ma la piccola riesce a scappare e viene salvata.

Crescerà in un orfanotrofio con la madre in un ospedale psichiatrico.
Crede che prima o poi il padre vorrà conoscerla, ne sente la protezione, ma anche la mancanza.
Soffre.

Negli anni ’40 diviene una pin-up dal nome Marylin Monroe e con le foto riesce a mantenersi, ma il suo sogno è diventare un’attrice. Per farlo tenta i provini, e viene indirizzata da un uomo importante, da cui viene stuprata, ma lei acconsente silenziosamente a tutto. Nella sua testa sente che questo è l’unico modo per lei, ed anche che le serve sempre una maschera invisibile.
Soffre.

Inizia la sua carriera cinematografica lanciata dalla sua sensualità, e cominciano a scrivere di lei sui giornali. Conosce Cass Chaplin Jr e Eddy Robinson, ed i tre divengono un trittico di amore e sesso, praticandoli entrambi sempre insieme, sempre in tre. Nel 1953 ottiene il ruolo da protagonista in Niagara, e un capo degli studio le fa perdere la possibilità di vedere i due in pubblico, solo “poco in privato”.
Soffre.
Rimane incinta. È felicissima, ma le offrono un ruolo importante in Gli Uomini Preferiscono Le Bionde, e compaiono timori legati alla sua carriera. Abortisce.
Soffre.

Il suo straordinario viso sempre allegro, incontra per la prima volta Joe DiMaggio, nella seconda è da cancellare il sempre è l’allegro.

Marilyn Monroe

Ho visto diversi documentari sulla vita di Marilyn e non si può dire che in quest’opera ci siano errori, poiché la maggior parte delle cose non si sanno con esattezza.

Impressionante quanto Ana interpreti bene la Marilyn che conosciamo attraverso i film, le interviste e le apparizioni televisive che faceva, e ci tengo a sottolineare che tutto ciò che se ne vede del privato, ricalchi i commenti e racconti che avevo sentito da quelli che la conoscevo realmente.

I suoi atteggiamenti, le sue personalità svariate, la sua allegria incostante che riusciva a far apparire quando la sentiva d’obbligo, le sue incontrollabili emozioni sul set, il tutto è mostrato da quest’attrice cubana naturalizzata spagnola della quale sentiremo parlare spesso, e che a mio avviso concorrerà per il prossimo Oscar con una probabile nomination.

Non aspettarti questo film come un documentario, un’inchiesta storica o un’indagine sul personaggio cinematografico femminile più famoso di sempre, ma come l’esibizione di alcune possibili parti di vita di una soffrente seppur sempre allegra madre del ruolo si sensualità che affascina tutti.

Amo Marylin, amo Norma, amo Blonde, e quel che amo di più è come tutte e tre abbiano fatto comprendere le sofferenze della vita recitando sempre quel benessere ricco di felicità.

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