The Irishman

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Pochi giorni fa ho rivisto Quei Bravi Ragazzi, poi ho scorto per le strade la locandine che promuovevano il nuovo film su un irlandese birbantello del passato, ed ho deciso: è giunta l’ora di vedere The Irishman.

The Irishman è un film semi biografico che tratta storicamente dell’America dagli anni ’50 in poi, con Martin Scorsese come regista, tratto dal libro Ho Ucciso Jimmy Hoffa di Charles Brandt, con il protagonista nonché in parte produttore Robert De Niro (Frank Sheeran), accompagnato da attori d’eccellenza come Al Pacino (Jimmy Hoffa) e Joe Pesci (Russel Bufalino).

Tra i film più lunghi che ho mai visto: 209 minuti.

Siamo in una casa di cura, e l’anzianissimo Frank ci sta raccontando la sua vita da sicario della mafia che inizia negli anni cinquanta in Pennsylvania. Guida regolarmente un camion per le consegne di carni, ed inizia a rubarne una parte per venderla ad un locale di proprietà di un gangster.Frank è un uomo iper protettivo per le sue figlie, ed arriva a picchiare davanti a tante persone il datore di lavoro di una della quattro perché le ha dato una spinta.

Frank Sheeran

All’accusa di far parte dei ladri di carne, lui si rifiuta di nominare gli altri che sarebbero gli acquirenti non svelandolo neanche al suo avvocato Bill Bufalino, cosicché questo lo fa assolvere e lo presenta a suo cugino Russel, a capo della potente famiglia criminale Bufalino. Jack passa da autista a braccio armato di questo boss, effettuando rapine e omicidi.

Con il tempo che passa Frank si accorge dei legami finanziari della famiglia Bufalino con il sindacato internazionale nel campo dei mezzi di consegna, e ne conosce, presentato da Russel, il potentissimo e conosciutissimo capo Jimmy Hoffa, con il quale stringe amicizia riunendo dapprima le loro due famiglie, poi divenendo la primaria guardia del corpo.

Russel Bufalino


Frank Sheeran prova un affetto totale per Jimmy Hoffa, il che lo si intuisce dai reali abbracci tra i due, ed il rapporto che il potentissimo riesce a creare con la solitamente schiva figlia, la bambina Peggy.

Jimmy Hoffa

Viene eletto Kennedy, e mentre Russel è entusiasta, Hoffa ne è contrariato, poiché quella famiglia la odia. Il fratello del presidente è Robert, che viene nominato procuratore generale ed aumenta i controlli sul sindacato del quale Jimmy ne è a capo.

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Non appena ho visto i nomi degli interpreti di questo film, ho deciso di vederlo il prima possibile. 

Non avrei mai immaginato che fosse un film di una durata così lunga, ma nonostante lo sia e non abbia lunghi tratti d’azione, questo tempo scorre accarezzato della recita degli straordinari attori.

Un film nel quale si può immaginare vi siano parecchie belle ragazze che circolano intorno a questi ricchi e potenti boss malavitosi, ma si scopre che ciò che desiderano innanzitutto è il potere che si allarga e l’intoccabilità delle loro famiglie.

All’inizio del film sono stato un po’ stranito dal fatto di vedere Robert De Niro, 76enne, interpretare un poco più che quarantenne per una lunga parte del film, anche perché vi sono attimi nei quali esegue movimenti, nel momento più evidente calci, che ne denotano la non reale età, ma col proseguo della visione ho sentito il crescere del coinvolgimento in questa storia che è, visto che siamo abituati a vedere gangster di un certo tipo che si contrastano in America, evidentemente diversa dal solito.

Presumo sia importante farti nuovamente la domanda di pochi giorni fa: arrivare ad ottenere rispetto ed onore, sono le basi principali della tua vita?

Impossibile non aggiungere che questo film fa vivere pienamente la maturità raggiunta con gli anni, pulita o sporca che essa sia, con il declino inarrestabile della vecchiaia che avanzerà sempre, ma… a prescindere da questa ottima opera, l’anzianità può essere vissuta con l’invincibile voglia di continuare a crescere, e la concreta voglia di pensare che domani è perpetuamente un nuovo giorno.

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