Squid Game

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Sdraiato sulla mia poltrona, vagavo per le immagini delle serie su Netflix, e da un po’ di giorni notavo che la più vista era quella orientale; volevo giocare anch’io, e iniziai lo Squid Game.

Squid Game è una serie TV coreana del 2021, dal genere azione, dramma e thriller, ambientata in Corea, con puntate della durata tra i 32 e i 62 minuti, al momento solo in lingua originale sottotitolato.
Gli interpreti son tanti, ma in occidente ancora sconosciuti, e quello con più carriera è il protagonista Lee Jung-jae (Seong Gi-hun).

Proposta a Gi-hun

Gi-hun, 47enne, è in casa con la madre. Seduto a terra, colloquia con lei come se fosse un adolescente, e si comprende che vive lavorando poco e poggiandosi molto a lei. 

Quando ella esce, lui le ruba una carta e riesce a prelevare la cifra che gli occorre, ma dei delinquenti a cui deve del denaro lo vedono, e nello scappare, correndo, si scontra con una ragazza, Jung Ho-yeon. Lui si scusa e continua a fuggire, ma i malintenzionati lo raggiungono, e lo costringono a firmare un contratto che lo obbliga a donargli reni e un occhio se non estinguerà il debito.

Al rientro si ferma alle macchinette, e con l’aiuto di un bambino sconosciuto, prende un regalo per il compleanno della figlia, alla quale poi lo dona durante la cena in un posto scadente, e quando la riporta dalla sua ex che vive con un altro, ha con l’adulta un diverbio.

Al ritorno, è sotto la metro, affranto. La persona che è seduta accanto a lui, gli fa una proposta.

“Ti va di fare un gioco con me? Potrei offrirti una grande opportunità”.

Viene convinto a farci un duro gioco orientale, e lo fa perché potrebbe vincerlo chiunque, ma soffrendo. Quando lo paga, e bene, gli propone la possibilità di vincere moltissimi soldi con giochi simili, e gli lascia un biglietto da visita nel quale c’è un numero di telefono da contattare per entrare nella lista.

“Sarai solo tu a scegliere”, e se ne va.

Non hai nulla. Solo disagi, problemi, povertà. Gli amici esistono solo nei tuoi desideri, ma non desiderandoli, non hai neanche quelli. Hai una figlia a cui non riesci a esprimere il tuo amore, e l’altro genitore te la porta via con i suoi diritti.
Vivi nel riflesso sfocato dell’esistenza degli altri.

Le scelte. 

Nella nostra vita, tutto è legato alle scelte. Esse implicano diverse domande. 

Ti fai mai domande interiori?

Non avevo voglia di seguire la massa degli italiani che stanno vedendo Squid Game, ma iniziarlo, perdere quell’ora di durata per la prima puntata, in realtà, cosa mi sarebbe costato?

Non costava nulla.
Non è costato nulla. Mi ha dato solo grandi ricavi.

La prima mezzora m’appariva lento, apparentemente sciatto, fuori dalle regole, lontano dal nostro vivere occidentale.
Dopo quei trenta minuti, si è allontanato inverosimilmente di più, non mostrando più l’oriente, ma cose orribili; ma quanti colori, quante stravaganze, quanto è terribilmente e irrimediabilmente bella questa diversità.

È naturale che io possa non cogliere tutti gli aspetti esistenti: le varie gradazioni di passioni cinematografiche della vastità di persone che si nutrono di schermo. Ma ho l’impressione che questa serie possa entusiasmare sennonché piacere a tantissimi. 

Offre azione, splatter, thriller, dubbi amletici, dubbi reconditi, dubbi d’identità.
Scegli fra i vari dubbi. Domandati quali sono quelli che più ti attraggono o respingono.

Scelte. Domande
Nelle puntate, valuterai le scelte dei personaggi, e ti domanderai cosa avresti fatto tu.
Scelte. Domande.

Per te è più importante vivere con tutte le disavventure che ti porterai dietro, o rischiare te stesso per cancellare le negatività economiche?

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