La Donna Che Visse Due Volte

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Come sai, girovago tra film e serie TV tra le nuove e le vecchie pubblicazioni, ed ultimamente nella cinematografia mi sto impegnando sui cult, cosicché ho incontrato La Donna Che Visse Due Volte.

La Donna Che Visse Due Volte( nome originale Vertigo) è un film thriller del 1958, della durata di 128 minuti disponibile su Amazon Prime, sotto la regia e produzione di Alfred Hitchcock e distribuzione della Paramount, ci sono il protagonista James Stewart (John “Scottie” Ferguson) e Kim Novak (Madeleine Elster).

Ha avuto due nomination all’Oscar senza vincerne neanche uno, ma nella classifica del British Film Institute è considerato il miglior film di sempre.

Ci si presenta l’inseguimento di un malvivente da parte del poliziotto John Ferguson e di un suo collega, ma al salto dalla cima di un palazzo all’altro, ci riescono solo il delinquente ed il collega, ma John non riesce totalmente e si aggrappa ad una grondaia, così il collega cerca di aiutarlo a salire per salvarlo, ma per farlo perde l’equilibrio e cade perdendo la vita, con John che vede la scena e gli rimane impressa.

Il tempo passa, e ritroviamo John con la sua amica ed ex compagna che parlano delle vicissitudini che vivono, e si tocca l’argomento della acrofobia della quale soffre John dal salto non riuscito di quel giorno, fobia legata soprattutto alle vertigini.

Ad un invito, John si rincontra con un suo vecchio compagno di college Gavin che ora fa il l’imprenditore  nel campo dei cantieri navali, ed è quindi ricco, ma ha un cruccio: la moglie Madeleine ha strane ossessioni che Gavin suppone siano legate alla bisnonna materna morta suicida alla stessa età di ventisei anni che ha Madeleine nel loro presente, e chiede a John, suo confidente, se può seguirla e proteggerla da quella bisnonna che secondo lui ne possiede il corpo per tempi più o meno lunghi. John, che in molti chiamo Scottie, esita dicendo che è in pensione e non se la sente di prendere questo incarico, ma una volta visto il fascino della particolare ragazza, accetta.

Inizia a pedinarla, e vede che Madeleine si dirige da un fioraio e prende un bouquet, che poi porta al cimitero dalla bisnonna Carlotta, ma prima era stata al museo sulla stessa che era pittrice e si era fermata a mirare un dipinto, ed appena Madeleine si allontana, è Scottie ad avvicinarsene vedendo dal ritratto dell’ava, notando l’impressionante somiglianza con Madeleine. 

Continua a seguirla e la vede avvicinarsi con l’auto sulle sponde del Golden Gate, ove ne scende e passeggia, ma ad un certo punto si ferma a fissare l’acqua, ed in un momento se ne getta dentro, con Scottie che corre, si tuffa e la salva, ma lei è svenuta, così Scottie la porta a casa sua e la sdraia nel letto. Quando si sveglia, lui le dice quello che ha visto, ma lei non ne ricorda nulla, e Scottie le propone di aiutarla a guarire da quello stato, ma squilla il telefono e lui risponde nell’altra stanza. Quando torna Madeleine non c’è più.

Ho recentemente rivisto e rivissuto le emozioni di Quarto Potere, film al quale questo di Hitchcock scalzò il primo posto al miglior film di sempre, e così facendo e come se avessi specchiato il mio io del passato.

Specchi. In La Donna Che Visse Due volete ne appaiono tanti, ed è uno dei messaggi introspettivi che Hitchcock cerca di mandare in questa pellicola con i richiami a Pigmalione, quindi l’adorazione sennonché l’innamoramento di oggetti che rappresentano una persona.

C’è inoltre un altro richiamo alle immagini quando si vede la celebre scena di Madeleine che, seduta, è assorta nell’ammirare il dipinto della praticamente identica Carlotta. Due immagini, una fissa, l’altra in movimento, con quindi Madeleine che rappresenta la graziosità e bellezza della vita, mentre il ritratto che è la fattezza della morte, immobile.

Di richiami ve ne son tanti, ma la storia è semplice da seguire, e la scenografia è straordinaria, il ché ti invoglia a proseguirne la visone.

Mi ha dato tanto, e in un dialogo tra Scottie e Madeleine mi ha colpito subito; quello nel quale lui le fa una domanda rispondendosi da solo Ti ha forse istruita? Ti ha fatto provare.

In ogni ambito, un racconto ti può aiutare ad indirizzare il cammino, ma è solo provando che la tua vita ti insegna quel che serve.

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