25 Aprile

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Libertà

Libertà e la somma dell’estratto,
il cuor ch’è ‘dentro spento,
il proferir parola muta,
l’esser solitar compagno operoso,
la cima in fondo al mare,
il fato ch’è pigramente agnostico,
la soluzione al dado tratto,
il ripieno del vuoto,
l’iperbole della misura;
semmai,
noi s’è sempre cercato il quel ch’è stato,
condannando i tradimenti,
vigilando la ragione,
ammonendo i criminali,
supponendo il quel ch’è giusto,
macchinando i sentimenti,
riempiendo il questo e il quello senza aprir quel tanto il cuore ma operando con la testa.
Questa è certo l’ineffabile e smisurata comprensione,
del qual si voglia è detto e fatto,
matematica perenne.
Ma l’inerte sentimento s’è svagato e c’ha illuso:
Tu che credi al minor male che t’implode alla bene e meglio,
sappi che di grazia io vi son nella demo,
e son quella più positiva ch’è esistente.
Devi darti daffare,
poiché in altri posti s’è nel passato negativo,
e devi cancellarne il sol lontano eco,
più gridando il tanto e forte.
È vero che il baccano aumenta,
e che tu creda non si possa udire,
ma siam tanti,
più di loro,
e se ripetiamo lo stesso motivo,
cancelliam la loro onta,
onorando il nostro vanto.
Né vero che oltraggeremo i nostri timpani,
in passato han cantato in tanti,
ma di sordi ve n’è pochi,
e non son legati al coro”.
E crediam sol quello stato,
valutandolo pulito e sentendone il fomento.
Qual dei tanti è il sentimento?
Stiam perdendo quel legame che dall’emozion arriva alla ragione, e viviamo seguendo sol ciò ch’è vincolato, senza poi verificarlo, passando al trionfalismo della negatività che toglie vita per quel ch’è il bene collettivo:
ma il suddetto lo sappiam capacitar noi?
Libertà è un sentimento ch’è spiegabile come gli altri:

È nella riga precedente quel tanto ch’è narrabile, raccontamelo, sicché io possa gridarlo.

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